Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Attacchiamo i complici occidentali dello Stato d’Israele, rompiamo il clima di assuefazione e repressione
Da ormai sette mesi lo Stato d’Israele sta perpetrando quello che vorrebbe essere l’atto finale della sua politica esplicitamente genocida nei confronti del popolo palestinese. Lo sta facendo con la sostanziale complicità e il sostegno diretto – politico, economico e militare – di tutti gli Stati occidentali, Italia compresa. Inutile ripetere il numero dei civili massacrati e le condizioni inenarrabili nella Striscia di Gaza, ormai solo chi non vuol sapere può non conoscerle. Il rischio è quello di abituarsi all’orrore del primo genocidio automatizzato (l’esercito israeliano usa sistemi di intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi da bombardare, moltiplicando le vittime civili) e compiuto in diretta televisiva.
Una guerra di sterminio che è anche uno dei fronti del conflitto mondiale in cui gli Stati e l’industria ci stanno trascinando. Seguendo l’esempio dell’«unica democrazia del Medio Oriente» (Israele), ogni giorno più esplicitamente anche nelle democrazie europee l’intero sistema produttivo e sociale viene indirizzato verso la preparazione alla guerra. È notizia di qualche giorno fa che Rete Ferroviaria Italiana ha sottoscritto un accordo con il colosso degli armamenti Leonardo per adeguarsi, anche attraverso i sistemi informatici di quest’ultimo, alle esigenze dei trasporti bellici.
Uno Stato che si prepara alla guerra non può permettersi al proprio interno voci dissonanti – per questo censura e manganella chiunque non si accodi alla propaganda atlantista e filoisraeliana. Fino ad arrivare, a Berlino, all’incredibile interruzione di un convegno da parte della polizia per non essersi attenuti a un elenco di concetti che sarebbe stato vietato esprimere.
A Bolzano la Questura ha provato fin dall’inizio a ostacolare le manifestazioni in solidarietà con la Palestina, anche con l’uso della forza oltre che con prescrizioni inaccettabili e numerose denunce, fino alla minaccia di richiedere la sorveglianza speciale (sorta di arresti domiciliari motivati con una generica «pericolosità sociale») per due compagni. Il clima è ulteriormente peggiorato con l’arrivo del nuovo Questore Paolo Sartori, che nel frattempo non perde occasione per rivendicare dalle prime pagine dei giornali l’ennesimo giro di vite contro stranieri senza documenti e altri indesiderati.
Un clima che non può cancellare la consapevolezza che lo scontro fra la patria mondiale degli oppressi e il laboratorio di tutte le oppressioni che si sta consumando in Palestina deciderà anche del nostro futuro, e che l’unica possibilità di fermare il genocidio e la china che conduce a una guerra mondiale e nucleare è scritta nella storia dei movimenti antimilitaristi e internazionalisti: organizzarsi per sabotare e bloccare la logistica e l’economia di guerra, attaccare il complesso militare-industriale in tutte le sue articolazioni, mettere in difficoltà tutti coloro che si rendono complici.
Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
Info: freepalestinebz@inventati.org