Pres3 a spintoni dalla polizia al presidio
Non piangeremo merenda ma… tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, o la polizia in questo caso.
Abbiamo sempre detto che come transfemminist3 ci saremo ripres3 gli spazi, in questo caso lo spazio che viene concesso senza alcun biasimo o critica alle associazioni antiabortiste fuori dall’ospedale pubblico di Bolzano.
Solo che riprendersi gli spazi ad oggi ha un costo.
Questo è quello che è successo ieri, nella giornata a ricordo “dei bambini mai nati”: eravamo in una dozzina e siamo state caricate da un nutrito plotone della celere dopo esserci rifiutate di spostarci, e di essere noi relegate in un angolo della strada, mentre agli antiabortisti come sempre è concesso di stare davanti all’entrata principale dell’ospedale.
Dal 2018 a Bolzano cerchiamo con la nostra presenza di contestualizzare e denunciare le azioni degli antiabortisti che, con cadenza regolare, si presentano fuori dall’ospedale pregando meschinamente contro le donne che praticano l’ivg.
In questo caso, visto i tempi di guerra e genocidio, visto il riferimento ai bambini, abbiamo cercato anche di portare parole di solidarietà per bambin3 e le donne di Gaza.
Inutile ribadire le nostre ragioni, inutile ricordare l’amore e la rabbia che ci muove ad affrontare puntualmente questa situazione che ci sembra nel 2023 paradossale.
Lasciamo a voi le parole per descrivere quello che è successo. Per noi l’ennesima prova di potere e violenza della polizia e di uno Stato che, citando un vecchio slogan, continua a proteggere e perpetuare un sistema per cui “si ammazzano le donne ma si difendono gli embrioni”.
Noi continueremo, sperando di essere ancora di più.
Perché la 194 non ci basta più.
Di seguito anche il volantino che abbiamo provato a distribuire ieri:
Destini di violenza coloniale contro le donne palestinesi
Cosa significa essere una ragazza o una donna in Palestina?
Jenin, Cisgiordania: una ragazza di 13 anni è stata presa in detenzione amministrativa e stata lasciata a digiuno per 5 giorni prima di essere violentata analmente e vaginalmente da 13 soldati. La ragazza è stata poi rilasciata a un checkpoint vicino a Jenin. Il padre l’ha immediatamente accompagnata in una clinica dove si è scoperto che aveva riportato lesioni retto-vaginali che richiedevano un intervento chirurgico d’urgenza. I soldati hanno minacciato che se la ragazza avesse denunciato gli incidenti ai media, avrebbero fatto lo stesso con la sorella di 9 anni.
I soldati hanno minacciato che se la ragazza avesse denunciato l’accaduto ai media, avrebbero fatto lo stesso con la sorella di 9 anni.
A Gaza, le donne che hanno le mestruazioni non hanno assorbenti igienici, tamponi, coppette mestruali, ecc. e quindi devono affrontare le mestruazioni in condizioni igieniche estremamente sgradevoli e pericolose. Inoltre, non hanno accesso all’acqua pulita per lavarsi. Le donne di Gaza non hanno quindi altra scelta che consumare farmaci che ritardano le mestruazioni. Le donne di Gaza riferiscono anche di cicli mestruali perturbati, che sono un effetto collaterale degli shock, della paura e del terrore senza fine.
A Gaza ci sono circa 50.000 donne incinte. Queste donne sono sottoposte a stress estremo e a condizioni di vita catastrofiche. Gli aborti spontanei sono sempre più frequenti. Le donne incinte non sanno dove e come partorire. Non sanno come proteggere i loro neonati dal freddo, dalla sporcizia, dalla fame e dalla cruda violenza coloniale.
I bambini prematuri sono impotenti al blocco israeliano della Striscia di Gaza. All’ospedale Al-Shifa, nel nord di Gaza, 39 neonati prematuri dipendevano da incubatrici e supporti vitali. Di questi bambini, 8 sono morti a causa dell’assedio dell’ospedale. Gli altri sono stati evacuati in Egitto dopo poche settimane. Questi bambini trascorrono i loro primi mesi di vita nelle condizioni più traumatiche e i genitori non hanno la possibilità di sostenere o vedere i loro figli. I genitori sono stati minacciati dall’occupazione israeliana di non avvicinarsi ai loro neonati.
Molti neonati hanno dovuto essere strappati dai corpi delle loro madri morte. Alcuni sono sopravvissuti a queste nascite incredibilmente traumatiche, altri sono morti prima di avere la possibilità di vivere.
Circa 10.000 bambini e centinaia di donne incinte sono già stati uccisi nel genocidio contro Gaza. Migliaia di bambini hanno perso le loro madri e i loro padri. I neonati sono rimasti orfani.
E voi avete l’audacia di tacere davanti a questo e di mettere invece in discussione i corpi e le decisioni delle donne che abortiscono (in Alto Adige)?
Cari antiabortisti, che diritto pensate di avere sul corpo e sulle scelte delle donne? Come potete tacere davanti agli attacchi genocidiari alle donne, alle donne incinte, ai neonati, ai bambini, ai ragazzi e agli uomini? Avete idea di cosa significhi dare alla luce un bambino mentre scoppiano le bombe? I cecchini sparano sull’ospedale in cui si deve partorire? Avete idea di cosa significhi dover lasciare l’ospedale con un neonato il giorno della nascita perché viene bombardato? Avete idea di cosa significhi quando le donne che subiscono lesioni rettovaginali durante il travaglio non possono essere operate? Avete idea di cosa significhi dover subire un parto cesareo senza anestesia? Avete idea di cosa significhi per i disabili e i bambini in Palestina essere attaccati e uccisi dai soldati e dai coloni israeliani? Avete idea di cosa significhi quando persone disabili perdono i loro genitori a causa della violenza coloniale israeliana?
Quanto si deve essere malati e moralmente confusi per inserire l’aborto delle donne a Bolzano nella propria agenda politica e religiosa? Quello che fate è violenza contro le donne. Per voi i corpi delle donne sono colonie, così come la Palestina è una colonia per Israele.
Lotta contro ogni colonialismo
Lotta contro ogni forma di violenza patriarcale
Lotta contro ogni fondamentalismo